Al 2023 si contano circa 95 milioni di foto pubblicate su Instagram, mentre su Pinterest sono 1.5 miliardi i “pin” collezionati dagli utenti, per non parlare di TikTok che in un lasso di tempo breve ha raggiunto l’impressionante soglia di 14,4 miliardi di video pubblicati! Il re incontrastato dei social network per content creators resta tuttavia YouTube con oltre 94 miliardi di ore di contenuti pubblicati a partire dalla sua nascita nel 2005.
Ma tutti questi contenuti, al netto delle pubblicità e delle immagini promozionali, come possono essere tutelate? I contenuti ormai sappiamo bene che offrono rendimenti, specialmente se diventano “virali” e quindi raggiungono soglie di visualizzazioni e diffusione molto importanti. Così come sappiamo che le pagine o gli autori stessi possono monetizzare il numero di followers che hanno e non è più un mistero che esiste un vero “mercato” dei followers spesso gestito da bot, programmi automatici che creano utenti non corrispondenti a persone fisiche, ma utilissimi per aumentare i livelli di ingaggio di personaggi più o meno noti. L’enorme disponibilità di contenuti, la spensieratezza con cui si vuole condividere un pezzetto (o interamente) la propria vita, rende molto vulnerabili i contenuti. Se è vero che nei termini e condizioni delle piattaforme è prevista la possibilità di utilizzo, sotto forma di licenza non esclusiva, da parte dei social stessi e degli utenti in questi presenti dei contenuti pubblicati, è altrettanto vero che la condivisione sul proprio profilo degli stessi contenuti (siano foto, disegni, scritti, video, et simila) non significa la cessione del diritto d’autore in favore di altri utenti o gestori dei social network. Si pensi poi che autorizzando un social network a utilizzare i contenuti, si autorizzano implicitamente anche eventuali altri social network collegati alla specifica piattaforma.
Diviene quindi molto difficile per l’autore di contenuti, tenere “sotto controllo” l’utilizzo della propria opera e tutelarla da copie o contraffazioni e, laddove egli riuscisse a individuare l’illecito, ne sarebbe difficile la dimostrazione in tempi rapidi poiché potrebbe essere difficile provarne la paternità. Per non parlare di chi, a scopo commerciale, si affida ai social network per pubblicare campionari, diffondere modelli, disegni, anteprime in una feroce e spietata concorrenza dominata da colossi della fast industry, che nell’arco di poche ore riescono, partendo da un’immagine, a riprodurre e vendere un prodotto finale. Esempi più che frequenti di concorrenza sleale, come quella che avviene tra influencers, che si copiano le idee a cui seguono successi alternati e non sempre favorevoli a chi ha originato il “trend”.
Al di là delle tutele di Legge, che tuttavia variano da Stato a Stato, è importantissimo per tutti coloro che immettono contenuti nuovi e originali nei social network - fosse anche la foto di famiglia - tutelare prima il proprio diritto d’autore con un inequivocabile attestato di autenticità, che ne sappia dimostrare in modo immediato e perenne, il diritto di paternità. Maenoox, con l’utilizzo capillare della tecnologia blockchain, genera NFT e Certificati di Autenticità che possono dimostrare per sempre la paternità di un’opera e fornire un prezioso supporto nell’opponibilità giuridica.